Palazzo Ancaiani

Del maggior ornamento della piazza, il palazzo Ancaiani, ripristinato circa il 1960 dopo decenni di abbandono, soltanto la facciata ha conservato la sua integrità. Eretto in nobili forme nella seconda meta del Seicento, consacrò la potenza della famiglia che, originaria del castello di Ancaiano, nel sec. XIII comprava case nella vaita San Benedetto evidentemente per trasferirsi in città.

Gli Ancaiani si distinsero costantemente come uomini di governo, di chiesa e di cultura, si procurarono vasti dominî nella bassa Umbria ed ebbero per molti secoli la commenda ereditaria della celebre badia presso Ferentillo. Luigi A. fu nel sec. XVI rettore dell’Universita di Padova. Ad Antonio A. il Goldoni dedicò la commedia ‘Gli innamorati’; Carlo A. (1763-1842) fu nel campo militare uno dei personaggi più in vista del suo tempo e tra l’altro comandò I’esercito pontificio che a Faenza nel 1797 fu sconfitto dai francesi; Mario A., fu il primo arcivescovo quando Spoleto fu innalzata ad (1821); Ludovico A., figlio di Carlo, eresse ad Assisi l’orfanotrofio che porta tuttora il suo nome (1861). Il palazzo, straordinariamente ricco di dipinti, oggetti d’arte, mobili di pregio etc., di cui nulla rimane, fu venduto il 1820 alla Camera apostolica; dai primi del secolo scorso al 1927 è stato residenza del governatore, della Prefettura del Trasimeno, della Delegazione Apostolica e della Sottoprefettura. Oggi è proprietà comunale e oltre ad ospitare gli uffici delle Poste, è sede del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, importante istituzione sorta nel 1951 […] allo scopo di promuovere ricerche, pubblicazioni e convegni annuali che abbraccino ogni aspetto della civiltà altomedievale.

La facciata, di buona architettura, meno felice però nella proporzione dell’ordine superiore e del cornicione, ha il piano terreno interamente rivestito di pietra e finestre di buon disegno nel piano nobile, arricchito al centro da un balcone sostenuto da colonne; in occasione del recente ripristino, si è lasciata senza intonaco una porzione della facciata composta di blocchi forse in parte di spoglio ove si scorge la traccia di una lesena poi non realizzata. Nell’interno, pur attraverso i recenti restauri, la bella scala e l’armoniosa disposizione delle sale suggeriscono ancora lo splendore di un tempo. Dell’arredo, ricostituito negli ultimi anni, fanno parte alcune tele di proprietà comunale dei sec. XVI-XVIII.
Nel palazzo Ancaiani hanno oggi la loro sede le Poste, il Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, il Proter, la Comunità montana e l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo.

L. GENTILI, L.GIACCHE’, B.RAGNI, B.TOSCANO, L’Umbria, Manuali per il territorio, 2, Spoleto, Roma, 1978, pp. 234-236.
N.B. Gli enti indicati con sede nel palazzo si riferiscono al 1978 e non ad oggi.

Un Andrea Ancajani patrizio Spoletino morto nel 1572 è sepolto a S. Savatore in Lauro. La famiglia, che aveva il giuspratronato dell’abbazia di Ferentillo e che nel ‘700 fu insignita del titolo di barone di Tenaglie (un paesetto della valle del Tevere presso Baschi) ha avuto tra il ‘700 e l’800 un personaggio ragguardevole: il colonnello, poi generale di brigata, Carlo Ancajani (1763-1842) che nel 1797 fu a capo dell’esercito pontificio che fu sconfitto dai Francesi a Faenza e fu più tardi comandante della fortezza di Castel S. Angelo. Aveva sposato a Roma una principessa Gabrielli; con suo figlio Decio la famiglia si estinse nel 1895.

C.PIETRANGELI, Memorie spoletine a Roma, in Spoletium, n. 15, 1971, p.19.

Dal mese di novembre 2016, a seguito degli eventi sismici dell’agosto 2016 e successivi, Palazzo Ancaiani è stato dichiarato completamente inagibile con Ordinanza Sindacale del Comune di Spoleto n. 400 del 03/11/2016. La Fondazione CISAM è stata, dunque, costretta a trasferire provvisoriamente i propri uffici a Palazzo Arroni nell’attesa che il Comune di Spoleto, ente proprietario dell’edificio, ne effettui i lavori di consolidamento strutturale.

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